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Quando un amico mi ha detto che a Cuba avrei sicuramente mangiato “moros y cristianos”, ovvero riso bianco e fagioli neri, non avrei mai pensato che sarebbe stato il mio piatto quotidiano. E invece è stato così dalla prima cena all’ultimo pranzo consumato a Varadero all’Esquina, una sorta di Trattoria all’Angoletto, come se ne trovano tante da noi: piene, a mezzogiorno, degli impiegati pubblici nella loro pausa pranzo. Dunque “moros y cristianos”, un piatto unico realizzato con gli ingredienti del territorio, come nella cultura gastronomica mediterranea può essere la pasta cucinata con vari condimenti.
Certo il nome la dice lunga del meticciato che si è creato nell’isola caraibica. Proprio a Cuba sono stati deportati i primi schiavi provenienti dall’Africa per il lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero. E sempre qui i neri africani hanno trovato i colonizzatori bianchi, portatori della schiavitù e della religione cattolica. Ecco qua, signori il piatto è pronto in tavola: moros y cristianos, neri come i fagioli, bianchi come il riso, insieme ma separati. Anche a noi è capitato di sceglierlo proprio la prima sera del nostro arrivo all’Havana nel ristorante dell’associazione sportiva di baseball Los Nardos, che esiste dal 1907 e da allora è punto di riferimento degli Habaneri e del turismo caraibico. Noi facevamo eccezione tra i presenti, ma non scalpore. E ci siamo adeguate alle usanze locali: fare la fila rispettando l’ordine di arrivo, scegliere nel menù i piatti tipici. Non solo riso e fagioli ma anche pollo, un altro piatto comune molto apprezzato in tutte le sue varianti.
Da quando a Cuba si sono aperti al turismo, è stato dato il permesso di ospitare nelle proprie case i turisti. Sono sorti così le case particolar, i nostri bed and breakfast, dove si può chiedere di avere anche del cibo cucinato, o i paladar cioè veri ristoranti che hanno come location vecchie dimore coloniali o appartamenti con uno stile particolare e molto affascinanti. Anche questo fa parte del viaggio e alla domanda su come si mangia a Cuba, non si può rispondere senza dire dove si è mangiato perché molto spesso il piatto è quello e non si scappa. Ma la location fa la differenza. Così al Paladar La Guarida (un condominio sociale dove hanno girato il famoso film Freysa e Cioccolato) ci hanno servito in piatti di porcellana, anche se spaiati, il solito moros y cristianos e il pollo caramellato al miele. Cucinati in modo memorabile. Come dire: qui a Cuba abbiamo poco, ma quello che abbiamo ha un gran valore.