Alle nove di mattina squilla il telefono e inizia lo strano dialogo tra me e Francesca (mia unica figlia) che sottovoce mi annuncia “è nata!” e io replico tra il sorpreso e l’incredulo “è nata?”. Risposta “sì, è nata!”. “é nata!” ripeto come dire: ma come, ieri non c’era nulla di insolito e hai fatto tutto da sola? e ripeto “è nata!” e lo dico finalmente con tono affermativo che Carlo si alza immediatamente in piedi e ripete la domanda “è nata?” … e così via per altre tre o quattro battute. E inizia la tremarella alle gambe che è salita fino al cervello e non mi ha abbandonata per due giorni. Tremarella che non ricordo di aver provato per la nascita, seppur emozionante, dei primi due nipoti. Sarà che insieme a Francesca avevo preparato nei minimi particolari la stanza dove è avvenuto il parto. Sarà che Francesca ha mostrato qualità di cui neppure lei era consapevole, delicatezza e forza insieme. Sarà che il filo matrilineare esiste e il fatto che sia femmina mi emoziona fin nell’inconscio.
L’atmosfera per la nascita di Violetta avvenuta in sordina anche se la aspettavamo mi ha veramente riempito di stupore e di gioia. All’alba del 15 novembre, in una casa silenziosa, con i fratellini che hanno continuato a dormire nella stanza accanto, Francesca ha dato alla luce Violetta, la sua terza figlia. Come posso non lasciar traccia di questo evento che mi rende nonna per la terza volta?